AL TEATRO GOBETTI DI TORINO “WONDERLAND”


ISPIRATO A “ALICE IN WONDERLAND” DI LEWIS CARROLL

02 Wonderland prove DSC 2367Torino, Teatro Gobetti, fino al 21 gennaio 2024 – Prima nazionale

 

Martedì 9 gennaio 2024, ha debuttato in prima nazionale al Teatro Gobetti Wonderland, per la regia di Giulia Odetto, produzione del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale. Ispirato a Alice in Wonderland di Lewis Carroll, nell’adattamento di Giulia Odetto e Antonio Careddu, lo spettacolo vede in scena (in ordine alfabetico) Lav Gilardoni, Marta Pizzigallo, Camilla Soave, Alice Spisa, Francesca Turrini. Dramaturg Antonio Careddu, scene e costumi Gregorio Zurla, luci Giulia Pastore, suono Lorenzo Abattoir, video Camilla Soave. Wonderland, prodotto dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale in collaborazione con Collettivo EFFE, resterà in scena per la stagione in abbonamento dello Stabile fino a domenica 21 gennaio 2024.

Ispirandosi ad Alice in Wonderland, un cast multidisciplinare di attrici e performer dà vita ad un luogo abitato da giochi collettivi e significanti fluttuanti, in cui corpi e parole si muovono liberi da aspettative di logica e senso. A Wonderland i confini tra cose, corpi e identità si confondono, tutto è ciò che sembra e contemporaneamente qualcos'altro. Wonderland è uno spazio queer. Il lavoro del Collettivo EFFE si muove alla ricerca di modalitàÌ performative che uniscono al lavoro sul corpo e sulla parola, l’uso del video in presa diretta, con l’obiettivo di creare atmosfere percettive che trasportano il pubblico in mondi alternativi.01 Wonderland prove

Note di regia di Giulia Odetto

Mi sono chiesta cosa sia Wonderland per me e non ho trovato una risposta.
Mi sono chiesta cosa penso dovrebbe essere Wonderland in questo periodo storico e ho trovato un legame con molte parole che io stessa faccio fatica a comprendere a pieno. Una di queste è queer e l’ho ritrovata in tutto il racconto di Carroll.
In inglese il verbo to wonder viene usato per esprimere il desiderio di conoscere qualcosa verso cui si prova curiosità, ma anche per comunicare un dubbio, la presenza di qualcosa di non chiaro, qualcosa che non torna. Il verbo to wonder contiene un movimento in avanti in cui il soggetto who wonders è impegnato per comprendere e conoscere.
To wonder è un verbo queer e Wonderland è un luogo queer.
Abbiamo conosciuto Wonderland attraverso gli occhi di Alice nel romanzo di Lewis Carroll e attraverso i vari adattamenti cinematografici e teatrali. È un mondo che non rispetta il senso logico, privo di un senso univoco e che al contempo talvolta si abbandona ad un eccesso di senso. Ma cos’è Wonderland senza Alice, senza uno sguardo esterno che ne evidenzi la stranezza, senza un soggetto che applichi quel to wonder?
Wonderland è uno spettacolo queer e in quanto tale non rispetta le regole: non c’è una storia  da seguire, non ci sono personaggi con cui empatizzare, non ci sono conflitti personali o sogni da realizzare.
Wonderland non si trova da un’altra parte o in un altro tempo, ma si offre a chiunque accetti di abbandonare la dimensione logico-razionale che porta con sé paura e giudizio per entrare
in uno spazio di libertà e di gioco. È in una costante ma rinnovata situazione ludica che Wonderland continua ad esistere o, meglio, che non smette di esistere.
Wonderland è quella terra ambigua tra infanzia ed età adulta, tra casa e mondo esterno, tra rischio e sicurezza, tra palcoscenico e foyer, tra ricordare e dimenticare.
A Wonderland i confini tra cose, corpi e identità si confondono, tutto è ciò che sembra, tutto sembra ciò che è e contemporaneamente è qualcos’altro.
Ciò che accade a Wonderland non è utile, sensato, produttivo. Wonderland non porta a nulla, è una promessa di fallimento, uno spreco inutile di energie.
Allora perché correre? Perché giocare? Perché inventare delle storie?
Io dico: perché no?
Wonderland è uno spettacolo che non rispetta le regole, non per anarchia o rifiuto, ma perché le regole stesse sono vive, in costante mutazione e cambiamento. Io credo nella potenza del fallimento, nel non raggiungere obiettivi normativamente riconosciuti come importanti. Wonderland è un altrove, un'alternativa al nostro reale, uno spazio utopico. E le utopie contemplano le delusioni e i fallimenti.
Il successo del presente è determinato dalla norma del passato. Il fallimento del presente può essere il successo del futuro, una nuova concezione di successo.
Wonderland è un luogo che accade tra i corpi di chiunque e qualunque cosa ne assecondi e comprenda le regole mutanti e *l* abitanti di Wonderland sono soggetti che si disfano, che rifiutano di essere coerenti, che non vogliono essere se l’essere è già stato definito.
Wonderland è un luogo in cui si può arrivare a sentirsi privati dell'identità, a chiedersi “cos'è rimasto di me?”, un luogo dove non essere in grado di nominare qualcosa può diventare un’occasione poetica, dove anche il linguaggio è liberato dall’obbligo del significare: Wonderland è popolato di significanti selvatici che non si fanno addomesticare.
Il lavoro drammaturgico e compositivo parte dai quadri attraversati dalla Alice di Carroll, dalle situazioni e i personaggi che incontra, riscrivendoli in una composizione che segue la logica-non-logica del mondo onirico, secondo un criterio di montaggio non gerarchico, un metodo di associazione libero dalla razionalità per creare un concatenamento di situazioni sceniche che possano essere riconosciute piuttosto che comprese.

 

Il Collettivo EFFE nasce con l’intento di approfondire l'uso di applicazioni tecnologiche in ambito performativo, fuori e dentro gli spazi teatrali, sviluppando anche progetti comunitari. Il gruppo formato da Giulia Odetto (regista/autrice), Daniele Giacometti (performer/direttore tecnico), Antonio Careddu (drammaturgo), Camilla Soave (performer/video artista) e Lorenzo Abattoir (sound artist) studia il metodo di inclusione dei diversi linguaggi performativi con i nuovi media, cercando di aprire alternative in cui la tecnica sia naturale estensione del corpo umano, sperimentando differenti modalitàÌ di approccio alla scena.

Giulia Odetto si interessa ai processi di creazione sia dal punto di vista performativo sia registico, quando era studentessa alla Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino ha diretto Romei e Giuliette e Avesta. È protagonista femminile di Tango Glaciale Reloaded di Mario Martone, spettacolo che le vale la nomina come miglior attrice emergente ai premi “Le Maschere del Teatro Italiano” e “Virginia Reiter”. Dal 2015 collabora con il Mirabilia Festival per cui cura il network internazionale InterSpazi. Nel 2020 presenta Onirica alla Biennale di Venezia – sezione registi Under 30 – e successivamente è assistente di Leonardo Lidi, Filippo Dini, Valerio Binasco e Antonio Latella. Nel 2021 con il Collettivo EFFE vince il bando “Powered by Ref” con il progetto Il mio corpo è come un monte, che debutta l’anno successivo al Romaeuropa Festival. Continua la collaborazione con il Teatro Stabile di Torino come aiuto regia e regista.
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
in collaborazione con Collettivo EFFE

realizzato con il sostegno del Progetto Crossing the Sea
e in collaborazione con Seoul Institute of the Arts

 DOVE:

Al Teatro Gobetti, in via Rossini 8, Torino
Orari degli spettacoli: martedì, giovedì e sabato ore 19.30; mercoledì e venerdì ore 20.45; domenica ore 16.00. Lunedì riposo.
Prezzo dei biglietti: Intero € 28,00 – Ridotto € 25,00
L’acquisto dei biglietti in prevendita prevede un costo di € 1 a biglietto

BIGLIETTERIA DEL TEATRO STABILE DI TORINO
Telefono 011 5169555 / Numero verde 800 235 333
Teatro Carignano, Piazza Carignano 6 – Torino
Orario: da martedì a sabato, dalle ore 13 alle 19, domenica dalle ore 14 alle 19.
Online www.teatrostabiletorino.it 

(Credits  Andrea Macchia)