Il miglior fotogiornalismo in World Press Photo 2020

L'appuntamento milanese di ogni primavera con World Press Photo di quest'anno nella migliore delle ipotesi world press photo 2020 winner sudanverrà rimandato o con ogni probabilità non ci sarà a causa del coronavirus.

La Galleria Sozzani di Corso Como, luogo che da anni ospita la mostra dei migliori scatti fotogiornalistici dell'anno precedente, è attualmente chiusa sino a data da definirsi.

Anche la consueta premiazione di Amsterdam non si è tenuta, ma i vincitori sono stati ugualmente annunciati online.

Si tratta della 63esima edizione del concorso, la giuria internazionale ha esaminato oltre 4.282 lavori di fotografi provenienti da 125 paesi per un totale di 73.996 immagini. I 44 finalisti provendono da 24 paesi e tra loro ci sono sei italiani.

Dall’anno scorso i premi più rilevanti sono diventati due: il tradizionale e storicamente più importante World Press Photo of The Year, e il World Press Photo Story of the Year, che premia il fotografo “la cui creatività visiva e abilità hanno prodotto una storia con eccellenti editing e sequenza fotografici, su un grande evento o una questione di rilevanza giornalistica del 2019”, premiando chi si prende il tempo per coprire una storia da diverse prospettive, esaminarla approfonditamente con creatività e impegno narrativo.

I vincitori 2020

Il premio miglior foto del 2019 va al giapponese, di stanza in Kenya per Agence France-Presse, Yasuyoshi Chiba. Lo scatto, potente ed emozionante, ritrae un giovane che recita una poesia durante una manifestazione per chiedere un governo civile invece di quello militare, durante un blackout a Khartum, in Sudan, il 19 giugno 2019 .
Le proteste dei mesi precedenti avevano portato a un colpo di stato e alla rimozione del presidente Omar al Bashir, che governava il paese da oltre trent’anni. L'immagine è cupa, ad illuminarla le luci dei cellulari. Il viso del protagonista che invece di urlare slogan proclama dei versi poetici è carico di pathos, lo scatto di qualità eccellente.

algeri world press photoIl francese Romain Laurendeau è vincitore della Storia dell’anno e primo premio progetti a lungo termine. La foto ritrae un ragazzo che suona la tromba in una strada di Bab el Oued, un quartiere popolare di Algeri. Anche questa, come la precedente è un'immagine corale in bianco e nero. Il protagonista è al centro, leggerezza, intensità, impegno e tensione sono palpabili.
Il titolo del progetto è "Kho", è un modo colloquiale di dire "fratello". Il progetto racconta la storia del profondo disagio della gioventù algerina dei quartieri operai che a febbraio 2019 è scesa in piazza per protestare contro il presidente Abdelaziz Bouteflika, al potere da vent'anni. Le proteste dei giovani hanno ispirato il resto della popolazione dando vita al più grande movimento di protesta in Algeria gli ultimi decenni.

Altre foto scelte dalla redazione

danzatore world press photoLa foto vincitrice del terzo premio ritratti singole del fotografo sudafricano Alon Skuy per Sunday Times, che ritrae Musa Motha, un danzatore professionista che si allena a Newtown, Johannesburg.

Lo scatto dell'italiano Daniele Volpe, vincitore del terzo premio progetti a lungo termine, che ritrae le vittime di genocidio durante la guerra civile deglia anni ottanta, nella comunità Ixil Maya, in Guatemala.

E infine il secondo premio contemporary issues storie, assegnato allo statunitense Steve Winter per National Geographic, che ritrae alcuni esemplari delle oltre cinquemila tigri che negli Stati Uniti vivono in cattività negli zoo o sono tenute come animali domestici. Proprio questo mese di gennaio Winter è stato attaccato da un cucciolo di tigre, la notizia ha fatto il giro del mondo, ma il fororeporter non ha semsso di ritrarre felini.

Sara Rossi085 Daniele Volpe guatemala

tigri world press photo