Un Picasso inedito, sorprendente, intimo. La mostra in arrivo a Campobasso celebrerà il più grande artista del ‘900 attraverso una incredibile quantità di opere provenienti da collezioni private: grafiche, incisioni e ceramiche del fondatore del cubismo, in un’esposizione che forse si può considerare la più prestigiosa che il Molise abbia mai ospitato.
Il 20 dicembre aprirà al pubblico e proseguirà fino al 17 aprile 2017 negli spazi espositivi di Palazzo Gil, che da anni sta promuovendo una programmazione culturale ed espositiva che sta guadagnando un posto di tutto rispetto nel panorama nazionale.
L’attività di Picasso come ceramista, disegnatore e come incisore è una delle più importanti della sua carriera, forse perché rappresenta la colonna vertebrale di tutte le altre sfaccettature e di tutte le sue tappe o perché rappresenta come nessun’altra il talento inquieto, tenace e appassionato che lo caratterizzò fino alla sua morte. La sua mano, quasi come estensione della sua mente, era incapace di stare tranquilla. Per lui i disegni rappresentavano in molti casi meditazioni di per sé, ma anche passi preliminari di dipinti o incisioni. Sulle pagine di un libro, sul giornale, sui tovaglioli o riempiendo le pagine di quaderni, i numerosi disegni nacquero da matite colorate, dagli abissi dell'inchiostro, dei pennelli e della penna. Qualsiasi supporto o strumento poi, persino piatti e vasi, era all’altezza delle sue aspettative al momento di realizzare le sue opere.
Il percorso espositivo si diramerà in sette sezioni che animeranno la mostra e ognuna di esse sarà presentata in un allestimento scenografico molto suggestivo:
Le ceramiche: nelle opere in ceramica si esprime tutta la forza della fantasia creatrice di Picasso che in un momento particolarmente felice della sua esistenza, decide di dedicarsi a questo linguaggio espressivo che scopre particolarmente congeniale alla sua vena creativa, tanto da iniziare una sperimentazione che lo accompagna per il resto della vita e che si intreccia indissolubilmente con i suoi lavori su tela, le sue sculture e la sua grafica.
Le Tricorne: Sergej Djagilev, geniale produttore e coreografo noto per aver portato in Europa i celebri Balletti Russi, volle rinnovare il repertorio della sua compagnia producendo una rappresentazione sul folklore spagnolo e diede quindi vita al balletto Le Tricorne.
Carmen: costituita da 38 incisioni a bulino raffiguranti visi di donna e di uomo, costumi andalusi e teste di toro.
La Célestine: composta da 66 tavole e 2 frontespizi, La Célestine prende spunto dalla tragicommedia Calisto y Melibea, ribattezzata poi con il nome della protagonista, Celestina, attribuita a Fernando de Rojas
Le Cocu magnifique: Le Cocu magnifique (Farce en trois actes) si compone di 12 incisioni del 1968, presentate per la prima volta il 18 dicembre 1920 a Parigi al Teatro de la Maison de L’OEuvre di cui è autore Fernand Crommelynck.
Balzac: Balzacs en bas de casse et Picassos sans majuscule sono 8 litografie, che Picasso realizzò nel 1952 per una serie di ritratti di Honoré de Balzac, il padre del Realismo nella letteratura europea.
Arlecchino: a chiudere la mostra sarà invece un pezzo unico, la straordinaria litografia Arlecchino. A partire dal 1905, il blu diventa rosa nella pittura di Picasso, e insieme al cambiamento cromatico, si introduce anche quello tematico, lasciando da parte gradualmente i temi marginali o dolcificandoli, nelle scene di circo e nelle rappresentazioni della donna.
L’esposizione, curata da Stefano Cecchetto con Piernicola Maria Di Iorio, è prodotta dalla Fondazione Molise Cultura con il Patrocinio della Regione Molise e il sostegno di BPER Banca. L’organizzazione è di Arthemisia Group.