L'Algeria turistica guarda avanti con ottimismo

L’Algeria vuole rilanciare la sua vocazione turistica e il 15/mo Salone del turismo e dei viaggi, che si è svolto dal 14 al 18 maggio ad Algeri, ha messo in mostra le sue bellezze, destinate ad un pubblico interno ed internazionale. E' stata anche l'occasione per fornire alcuni dati sullo sviluppo di questo settore, considerato ormai strategico per il Paese.
Nonostante le turbolenze dell’area, 2.730.000 turisti, di cui 960.000 stranieri si sono recati lo scorso anno in Algeria (tra cui più di 20.000 italiani) e nel 2014 è prevista un’ulteriore crescita.
L’Algeria ha molto da offrire, come testimoniano gli stand della fiera che offrono prodotti e angoli di paesaggio così diversi da sembrare quelli di un continente piuttosto di una singola nazione: dalle località della costa mediterranea alle immense distese del Sahara, dalle rocce e gli antichi graffiti del sud alle montagne della Cabilia, dai siti archeologici fenici e romani fino alla storica casbah di Algeri.
L’Algeria vuole innanzitutto rivolgersi alla sua popolazione. "Il turismo interno è una priorità nazionale e solo costruendo le infrastrutture per la nostra gente, potremo competere sul mercato internazionale", spiegano i responsabili del ministero, ammettendo un certo ritardo nel settore. Il paese è talmente grande da offrire almeno due stagioni turistiche all’anno: d’estate la costa e d’inverno il deserto. Da sud a nord e da nord a sud: è l’invito agli algerini e ai turisti internazionali. Anche se - dicono le agenzie locali - non è ancora il tempo dei viaggiatori ’fai da te’: meglio affidarsi a tour organizzati sotto scorta della polizia. Per evitare incidenti.
"In Algeria non ci sono problemi di sicurezza maggiori che altrove, anche se un incidente - aggiungono - può capitare ovunque, come si è visto durante la maratona di Boston di un anno fà”. In ogni modo, il Governo ha sviluppato un imponente servizio di sicurezza per proteggere i turisti che si recano nel sud del paese, tanto che le comitive di turisti (ma anche i singoli) godono di una scorta appositamente assicurata dall’esercito, mentre nelle città speciali corpi di polizia turistica garantiscono un’analoga copertura.